Gli asini-taxi a Santorini: stremati sotto il sole cocente e schiacciati dal peso dei turisti che devono trasportare per oltre 500 scalini

Multe salate per chi li frusta, acqua, riparo all’ombra e rigidi orari da rispettare per il trasporto di uomini o cose. Sono le regole in vigore a Santorini per limitare la visibilità negativa dovuta al tradizionale trasporto di turisti sugli asinelli locali. Ma secondo Christina Kalouni, l’attivista ateniese che vive a Santorini da 10 anni e ha fondato un rifugio che accoglie gli asini maltrattati dell’isola, si tratta solo di vecchie disposizioni che ogni anno vengono ribadite dalle istituzioni, in occasione del ritorno mediatico negativo che colpisce l’isola a causa della forte affluenza di turisti scandalizzati dalle condizioni di sfruttamento in cui versano gli asini. Disposizioni che però, in realtà, non cambiano la sostanza delle cose. E cioè che gli asini continuano ad essere sfruttati fino alla morte per trasportare i turisti sbarcati al porto, lungo i 500 scalini che costituiscono il tragitto in salita fino al centro paese.

Il 8 agosto 2018 il Ministero per lo sviluppo agricolo e alimentare greco ha annunciato l’adeguamento della Grecia alla normativa europea, con la creazione di una banca dati elettronica centrale per la registrazione degli equidi in linea con il regolamento comunitario, frutto del lungo lavoro delle associazioni di attivisti greci, in particolare Ippothesis e Animal Action Hellas, fondamentale per far si che ogni proprietario sia responsabile della salute del proprio asino, cavallo o mulo. Ma, nello stesso tempo, il gruppo Help the Santorini Donkeys denuncia circa 10 mila turisti che sbarcano sull’isola ogni giorno, animali assetati e denutriti con ferite e infezioni trascurate, turni di lavoro non rispettati e nessuna attenzione per il peso dei turisti da sopportare. E denunciano anche la reazione violenta dei proprietari degli animali da soma, contro una manifestazione pacifica di Direct Action Everywhere di Atene, la scorsa settimana, con due manifestanti finiti all’ospedale. E mentre Stop allo sfruttamento di cavalli e asini raccoglie il materiale fotografico e video inviato dai turisti che visitano l’isola e lo pubblica sulla sua pagina Facebook, gli esponenti di Dreamdancer hanno incontrato, insieme ai rappresentanti di altri due gruppi, il sindaco di Santorini, al quale è stato chiesto in particolare di limitare gli accessi di turisti sull’isola.

Troppi 10 mila turisti al giorno: strade bloccate

«Circa 4 navi da crociera approdano nella baia ogni giorno — spiegano dall’associazione Help the Santorini donkeys — i residenti che vivono nelle vicinanze sono sopraffatti da 10 mila persone al giorno che calpestano i loro villaggi e rovinano i siti archeologici. Il sovraffollamento nelle aree turistiche è ridicolo, strade bloccate perché troppo occupate! La pressione sugli asini da lavoro è terribile, li usano per tutto, non solo per far salire i turisti sui gradini ma per raccogliere spazzatura nelle prime ore del mattino prima che arrivino i turisti, e trasportando carichi terribilmente pesanti attraverso le città. Gli asini-taxi devono essere vietati!».

La lettera al sindaco: «Controlli la salute degli animali»

Le associazioni che da anni si battono per migliorare la situazione sono molte. “Il 13 luglio 2018 The Donkey Sanctuary – spiega Catherine Rice – e il suo partner Fondo per il benessere degli animali greco / Azione per gli animali Hellas ha inviato una lettera al signor Nikolaos Zorzos, sindaco di Santorini, chiedendo un incontro per discutere le preoccupazioni sul benessere degli animali che lavorano sul isola. Ora atteniamo con ansia l’incontro». Intanto però le condizioni di vita degli animali non cambiano. «Vi è totale mancanza di controlli sulla salute degli animali – aggiunge ancora la Rice – oggi si vedono asini con ferite aperte, aderenze inadeguate che causano lesioni, infezioni oculari non curate e completa mancanza di restrizioni di peso».

Poca acqua, poco cibo, zero riparo dal sole

Sulla stessa linea anche il Sawa Santorini Animal Welfare, attiva dal 1990 per difendere i circa 1300 tra asini e muli, e qualche cavallo, che abitano l’isola greca, e in particolare i circa 600 sfruttati al limite delle loro possibilità. Denuncia poca acqua, poco cibo, nessun riparo dal sole cocente e quel tragitto tutto in salita o in discesa ripida sui gradini di acciottolato, caricati all’inverosimile dal peso dei turisti o della merce, testimoniati anche da i tanti video che raccontano la situazione. L’obiettivo di tutti sembra essere uno solo: fare in modo che le leggi, che ci sono anche se possono essere migliorate, vengano applicate. «Troppo spesso si chiude un occhio. Troppo spesso anche la polizia non le fa rispettare». I turisti, per primi, devono essere avvisati e sensibilizzati sulle conseguenze delle loro azioni. Inglesi, tedeschi, svedesi e francesi sono tra i primi. Ma anche gli italiani possono fare la loro parte.

 

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