Nazzareno torna in acqua con il GPS per raccontarci dove va

Nel blu profondo di blu Nazzareno ci tornerà con un GPS sulle spalle. Nazareno, la gigantesca tartaruga Caretta Caretta finalmente libera dai 70 grammi di plastica e lenza che stavano per far scoppiare il suo stomaco e il suo intestino e che l’avevano ridotta inerme e galleggiante senza forze in balia delle onde nello Stretto di Messina, sabato 25 agosto tornerà a prendere il largo con le sue forze. Perché grazie al Centro Ricovero Tartarughe Marine di Brancaleone (e grazie al prezioso supporto della Guardia Costiera di Messina che l’ha ripescata) è salva e la sua vita, preziosa, non è più in pericolo.

In questi mesi in molti si sono dati da fare per accudire, operare, nutrire e rifocillare fino alla sua completa guarigione Nazzareno. Perché la sua salvezza era il primo obiettivo. Ma con quel GPS sulle spalle, una volta in acqua, Nazzareno potrà raccontarci almeno per un paio di anni come si vive in quel blu. Ci racconterà dove le sue ampie zampe pinnate riusciranno a trasportarlo, fino a che profondità riuscirà ad inabissarsi, e quale luogo sceglierà, forse, un giorno per riprodursi dopo aver incontrato la compagna della sua vita. Un’altra di quelle Caretta Caretta che non riescono più a sopravvivere nel nostro Mediterraneo, strozzate dalla plastica, avvelenate dall’inquinamento, infilzate dalle lenze di metallo che bucano loro lo stomaco, stritolate dalle reti gettate in acqua alla cieca alla ricerca di pesce da tavola.  

La prossima settimana Nazzareno tornerà in mare e oggi al Centro Ricovero Tartarughe Marine di Brancaleone si festeggia, anche se con il magone, perché la separazione, dopo tutte le settimane passate insieme, sarà dolorosa. “Nazzareno è stato uno degli esemplari più grandi mai soccorsi nel nostro Centro – spiega Tania Il Grande, responsabile Area Ricoveri del CRTM Brancaleone, che ha curato Nazzareno durante la degenza – E’ stato meraviglioso prendersi cura di lui, e ci mancherà tantissimo. Ma la gioia di averlo salvato e di ridargli la libertà è la ricompensa più grande a tutti i sacrifici fatti”. Tania non lo ha mai lasciato in questi mesi. Giorno per giorno, lo ha curato e accudito. Ha fatto si che Nazareno, che come tutte le tartarughe marine patisce moltissimo la cattività e la mancanza di spazi aperti, non soffrisse più del necessario. Si è presa cura di lei. Ora lasciarla andar via è la sua gioia, ma anche la sua tristezza. 

“Nazzareno è un esemplare molto importante poiché i maschi di queste dimensioni sono molto rari – racconta Tania – In generale è sempre più difficile che le tartarughe marine raggiungano l’età adulta, poiché a causa della pesca e dell’inquinamento il tasso di mortalità prima che arrivino alla maturità sessuale per potersi riprodurre, è altissimo.” 

Proprio per questo, proprio per la fragilità che circonda sempre di più il mondo delle tartarughe marine, è importante continuare a studiarle, a cercare di comprendere i tanti misteri che ancora circondano questi animali che, secondo alcuni, sono il tassello più vicino con la preistoria. 

“Grazie a questo dispositivo GPS riusciremo a seguire Nazzareno nei suoi lunghi viaggi migratori, almeno per i prossimi due anni, nella speranza che il suo tragitto sia sereno e privo di ulteriori pericoli” spiega Filippo Armonio, presidente di Blue Conservancy Onlus e responsabile del CRTM Brancaleone che ha ideato e organizzato il progetto “Un GPS per Nazzareno”, che ha attivato una raccolta fondi finalizzata all’installazione di un GPS sulla tartaruga e al successivo monitoraggio degli spostamenti che farà una volta rilasciato in mare (Chi vuole può ancora partecipare alla raccolta fondi direttamente sul sito www.crtmbrancaleone.it con una donazione libera oppure adottando a distanza Nazzareno). “Grazie alle donazioni di chi ogni anno arriva da tutta Italia a visitare il nostro Centro di Recupero e anche grazie a chi ci sostiene da lontano con donazioni online, siamo riusciti ad attivare l’account per la trasmissione e ricezione satellitare, quindi potremo rilasciare Nazzareno con un GPS sul carapace e seguire le sue rotte migratorie” conclude Armonio. “Monitorare gli spostamenti di Nazzareno fornirà, quindi, dati importantissimi alla ricerca finalizzata alla tutela e salvaguardia della sua specie. Nonostante i progetti di salvaguardia abbiano permesso di raggiungere importanti risultati negli ultimi anni, sono ancora molti i dati che non si conoscono su questi animali. Ad esempio dove si riproducano o quali siano le aree più importanti di alimentazione”.

Sabato 25 agosto, intanto, si festeggia. Perché assieme a Tania e Filippo saranno in molti ad accompagnare in acqua Nazzareno. Nello speranza di non rivederlo mai più, ma avendo sempre la certezza che sta bene e nuota nel blu. 

agosto 2018

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